«Questo libro ingloba e trascende la caccia, collocandola nella dimensione dello spunto di partenza
e di arrivo al quale lo scrittore tende nell’offrirci la
sua concezione di vita […]. C’è soprattutto “il sentimento del tempo” che incide sul paesaggio montano, il trascorrere delle stagioni e il loro culminare
nel fascino dell’autunno, in quel novembre in cui
alla caccia è affidato il compito primario, quello
di aprire il lungo catalogo dei giorni al quale il
cacciatore può ispirare la sua sete di passione e di
avventura. In questo senso, i racconti di Bocchiola, che nuovamente si presentano al pubblico dei
lettori, costituiscono, a mio parere, un esempio
raro di appartenenza al mondo della caccia, ma
insieme lo trascendono per farsi narrativa dell’anima, sentimento universale che soprattutto viene
proposto dall’Autore come ricerca che si àncora
indissolubilmente alla presenza incombente delle
grandi montagne a cui è affidato il segreto degli
animali e degli uomini, la loro vita e insieme “il
male” che può essere trasformato in speranza e
in salvezza».