ARSENICO N.163
- Titolo: ARSENICO N.163
- Codice EAN 13: 9788881546992
- Autore: Freeman Richard Austiin
- Editore: Polillo editore
- Collana: I bassotti
- N° Pagine: 272
- Dimensioni (cm): 13,50 x 18,50
- Rilegatura: Brossura con alette
- Argomento: Narrativa straniera
- Cedola: 01/2023
Contenuto
Harold Monkhouse è un malato cronico, e da molti anni convive con la sua gastrite, i disturbi cardiaci, e con gli alti e bassi di una salute singolarmente precaria. La giovane moglie Barbara, l’affezionata nipote Madeline, il segretario del malato e la servitù di casa sono ormai abituati a questa situazione, e quando Harold si spegne nel sonno, nella solitudine della sua stanza, il dolore è grande, ma lo stupore è ben poco. E tuttavia, pochi minuti prima del funerale, un sergente di polizia si presenta in casa Monkhouse annunciando che le esequie dovranno essere rinviate: dietro pressione del fratello di Harold, convinto che il malato non avesse ricevuto le cure adeguate, le autorità hanno deciso di aprire un’inchiesta e di effettuare un’autopsia sul cadavere del defunto. E il risultato delle analisi è schiacciante: Harold non è morto a causa della sua salute malferma, ma per effetto di un grave avvelenamento da arsenico. I sospetti ricadono su tutti i membri della famiglia e sugli amici più intimi, come l’avvocato Rupert Mayfield, amico d’infanzia di Barbara; e sarà proprio Mayfield a invocare l’aiuto del suo amico, il Dr. Thorndyke, perché faccia luce sul mistero.
Richard Austin Freeman (1862-1943), londinese, dopo gli studi di medicina entrò nel servizio coloniale e venne inviato sulla Costa d’Oro dell’Africa come assistente chirurgo, ma nel giro di pochi anni dovette rimpatriare per motivi di salute. Le precarie condizioni fisiche lo costrinsero ad abbandonare gradualmente la professione e a cercare nella scrittura una strada alternativa per mantenere la famiglia. Il suo esordio nella narrativa gialla
avvenne nel 1902 con una serie di detective stories firmate con uno pseudonimo e scritte con un altro medico. Con la pubblicazione del romanzo The Red Thumb Mark (1907, L’impronta scarlatta), nel quale introdusse il personaggio del Dr. Thorndyke, Freeman trovò il suo mestiere e per almeno un quarto di secolo dominò la scena della letteratura poliziesca
inglese. A lui si deve l’invenzione dell’inverted story, una tecnica narrativa introdotta nel racconto The Singing Bone (1912). In esso il lettore è testimone del delitto, per cui l’incognita non è più l’identità dell’assassino ma il come verrà smascherato. La produzione incentrata su Thorndyke comprende 21 romanzi e 42 racconti. Freeman concluse la sua carriera letteraria nel 1942, quando a ottant’anni diede alle stampe l’ultima avventura dell’investigatore, ma rimane uno dei pochi autori di epoca edoardiana a essere letti ancora oggi.
Richard Austin Freeman (1862-1943), londinese, dopo gli studi di medicina entrò nel servizio coloniale e venne inviato sulla Costa d’Oro dell’Africa come assistente chirurgo, ma nel giro di pochi anni dovette rimpatriare per motivi di salute. Le precarie condizioni fisiche lo costrinsero ad abbandonare gradualmente la professione e a cercare nella scrittura una strada alternativa per mantenere la famiglia. Il suo esordio nella narrativa gialla
avvenne nel 1902 con una serie di detective stories firmate con uno pseudonimo e scritte con un altro medico. Con la pubblicazione del romanzo The Red Thumb Mark (1907, L’impronta scarlatta), nel quale introdusse il personaggio del Dr. Thorndyke, Freeman trovò il suo mestiere e per almeno un quarto di secolo dominò la scena della letteratura poliziesca
inglese. A lui si deve l’invenzione dell’inverted story, una tecnica narrativa introdotta nel racconto The Singing Bone (1912). In esso il lettore è testimone del delitto, per cui l’incognita non è più l’identità dell’assassino ma il come verrà smascherato. La produzione incentrata su Thorndyke comprende 21 romanzi e 42 racconti. Freeman concluse la sua carriera letteraria nel 1942, quando a ottant’anni diede alle stampe l’ultima avventura dell’investigatore, ma rimane uno dei pochi autori di epoca edoardiana a essere letti ancora oggi.