ARTE DI AMARE, LA - TESTO LATINO A FRONTE
ARTE DI AMARE, LA - TESTO LATINO A FRONTE

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  • Titolo: ARTE DI AMARE, LA - TESTO LATINO A FRONTE
  • Codice EAN 13: 9788818031300
  • Autore: Ovidio Nasone Publio
  • Editore: Rusconi editore
  • Collana: Classici greci e latini
  • N° Pagine: 384
  • Dimensioni (cm): 13,30 x 19,70
  • Peso (kg): 0,39
  • Rilegatura: Brossura con alette
  • Argomento: Classici
  • Cedola: 01/2020


Contenuto
Con l’Ars amatoria Ovidio crea un’opera sotto molti aspetti rivoluzionaria per i suoi tempi. Essa è infatti un ibrido
di generi letterari: manuale d’amore, repertorio di temi e
movenze della poesia d’amore latina (elegiaca in special
modo), spaccato della società galante dell’età augustea. In
quest’opera si intrecciano spunti letterari e repertorio mitico, istruzioni su come sedurre qualcuno e consigli su come
curare il proprio aspetto, ma anche i pregi e i difetti delle
posizioni da tenere nel rapporto sessuale. Un’opera che è
specchio dell’epoca ma è anche capace di delineare i meccanismi che regolano i rapporti tra uomo e donna. Il tutto
amalgamato da una scrittura versatile e leggera, capace di
modulare registri diversi e dominarli tutti con il medesimo
controllo. Un archetipo della trattatistica d’amore della tradizione occidentale, un libro eterno e universale.

Publio Ovidio Nasone, conosciuto più semplicemente come
Ovidio, fu un illustre poeta romano considerato tra i maggiori scrittori di elegie. Sulla sua vita le uniche testimonianze provengono proprio dal poeta stesso, che ha scritto
un’elegia di natura autobiografica all’interno dei Tristia. A
Roma entra a far parte del circolo di Mecenate conoscendo i più importanti poeti del tempo: Orazio, Properzio e
Virgilio, da cui trae ispirazione per la sua ars poetica, differenziandosene però nei temi e nel contenuto. Diventa un
poeta alla moda, sempre pronto ad assecondare il gusto
volubile del pubblico. Proprio il contenuto licenzioso dei
suoi carmi potrebbe essere stata una delle cause della sua
caduta in disgrazia presso Augusto e del suo esilio nella
lontana Tomi, in cui trovò la morte nel 17 d.C.