AFORISMI (WILDE)
- Titolo: AFORISMI (WILDE)
- Codice EAN 13: 9788818035353
- Autore: Wilde Oscar
- Editore: Rusconi editore
- Collana: Grande biblioteca rusconi
- N° Pagine: 320
- Dimensioni (cm): 13,30 x 19,70
- Rilegatura: Brossura con alette
- Argomento: Narrativa straniera
- Cedola: 03/2024
Contenuto
Nella vasta e varia produzione dell’autore irlandese più
amato – e insieme più odiato – nell’Inghilterra vittoriana,
questa vivacissima raccolta di aforismi pubblicati nel 1901,
ossia un anno dopo la morte, rappresenta la quintessenza
del suo stile di vita, di pensiero e di scrittura. In frasi spesso fulminanti ed efficacissime, infatti, egli sa esprimere le
riflessioni e gli affetti più profondi, originali e sentiti. In verità, sotto numerose battute scintillanti e paradossali, solo
in apparenza ciniche, grottesche e superficiali, s’intravede
una personalità irrequieta, ipercritica e oltremodo insofferente, che in poche righe riesce genialmente a comunicare
una visione severa e amara dell’esistenza, della morale e
della società. La sua sorprendente capacità di penetrazione
nelle pieghe più riposte dell’animo umano, poi, ne fa un’acuto interprete e un originale continuatore della tradizione
dei grandi moralisti francesi dei Seicento e del Settecento.
Oscar Wilde (Dublino, 1854 - Parigi, 1900) fu scrittore,
poeta, drammaturgo e saggista irlandese. Grazie ai suoi
poemi e ai suoi sferzanti articoli venne considerato uno
dei personaggi di spicco della vita mondana e culturale
inglese, diventando presto un’icona di stile. La sua fortuna
tuttavia declinò rapidamente a seguito della relazione con
Lord Alfred Douglas, un rapporto che fece scandalo e sfociò in un infamante processo per omosessualità, che costò
allo scrittore una condanna a due anni di lavori forzati.
Durante la prigionia scrisse alcune fra le più belle pagine
in prosa: De profundis (uscito postumo nel 1905) e La ballata del carcere di Reading (1898). Fra le sue opere ricordiamo: Il fantasma di Canterville (1887), Il principe felice
(1888) e Il gigante egoista (1888). Il ritratto di Dorian Gray
(1891) è il suo unico romanzo, testo simbolo del decadentismo e dell’estetismo. Fu autore, altresì, di opere teatrali
ancora oggi rappresentate in tutto il mondo, tra cui la più
celebre è il dramma Salomè. Dopo aver scontato la pena,
morì in miseria a causa di una meningite.
amato – e insieme più odiato – nell’Inghilterra vittoriana,
questa vivacissima raccolta di aforismi pubblicati nel 1901,
ossia un anno dopo la morte, rappresenta la quintessenza
del suo stile di vita, di pensiero e di scrittura. In frasi spesso fulminanti ed efficacissime, infatti, egli sa esprimere le
riflessioni e gli affetti più profondi, originali e sentiti. In verità, sotto numerose battute scintillanti e paradossali, solo
in apparenza ciniche, grottesche e superficiali, s’intravede
una personalità irrequieta, ipercritica e oltremodo insofferente, che in poche righe riesce genialmente a comunicare
una visione severa e amara dell’esistenza, della morale e
della società. La sua sorprendente capacità di penetrazione
nelle pieghe più riposte dell’animo umano, poi, ne fa un’acuto interprete e un originale continuatore della tradizione
dei grandi moralisti francesi dei Seicento e del Settecento.
Oscar Wilde (Dublino, 1854 - Parigi, 1900) fu scrittore,
poeta, drammaturgo e saggista irlandese. Grazie ai suoi
poemi e ai suoi sferzanti articoli venne considerato uno
dei personaggi di spicco della vita mondana e culturale
inglese, diventando presto un’icona di stile. La sua fortuna
tuttavia declinò rapidamente a seguito della relazione con
Lord Alfred Douglas, un rapporto che fece scandalo e sfociò in un infamante processo per omosessualità, che costò
allo scrittore una condanna a due anni di lavori forzati.
Durante la prigionia scrisse alcune fra le più belle pagine
in prosa: De profundis (uscito postumo nel 1905) e La ballata del carcere di Reading (1898). Fra le sue opere ricordiamo: Il fantasma di Canterville (1887), Il principe felice
(1888) e Il gigante egoista (1888). Il ritratto di Dorian Gray
(1891) è il suo unico romanzo, testo simbolo del decadentismo e dell’estetismo. Fu autore, altresì, di opere teatrali
ancora oggi rappresentate in tutto il mondo, tra cui la più
celebre è il dramma Salomè. Dopo aver scontato la pena,
morì in miseria a causa di una meningite.