AVARO,L'
- Titolo: AVARO,L'
- Codice EAN 13: 9788818036442
- Autore: Molière
- Editore: Rusconi editore
- Collana: Grande biblioteca rusconi
- N° Pagine: 128
- Dimensioni (cm): 13,30 x 19,70
- Peso (kg): 0,17
- Rilegatura: Brossura con alette
- Argomento: Poesia
- Cedola: 06/2020
Contenuto
L’avaro è una commedia in cinque atti, rappresentata per
la prima volta il 9 settembre 1886 al Palais-Royal con Molière nel ruolo di Harpagon e Armande Béjart in quello di
Mariane, che si ispira all’Aulularia di Plauto. All’inizio non
ebbe molto successo, forse per l’insolito uso della prosa in
una commedia lunga o per il trionfo pressoché insuperabile dell’opera di Moliére Il Tartuffo. In tutta la commedia
l’ilarità è quasi amara, perché l’avarizia vince su tutti i sentimenti: sull’amore filiale, sull’amore paterno e sull’amore
romantico. Divertenti sono i dialoghi in cui l’essere avaro
è presentato come il sintomo di una malattia. Nonostante
l’evoluzione dell’intrigo della pièce, il vizio non viene mai
corretto e l’avarizia trionfa fino all’ultima pagina.
Molière, pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin, nasce a
Parigi nel gennaio del 1622 e cresce in un ambiente di ricchi
commercianti e artigiani. Studia presso il gesuita Collège
de Clermont e si laurea in diritto, ma comincia ben presto
a frequentare gli ambienti teatrali e l’attrice ventiduenne
Madeleine Béjart. Insieme alla donna, Joseph e Geneviève
Béjart fonda la “Compagnie de l’Illustre Théâtre” che però,
ricoperta di debiti, porta l’uomo in prigione e viene sciolta nel 1645. Molière si unisce poi, insieme ai Béjart, alla
compagnia teatrale itinerante dei “Comédiens du seigneur
duc d’Épernon” di Charles Dufresne e nel 1646 lascia Parigi
viaggiando per tredici anni. Al suo ritorno è un uomo di
teatro a tutto tondo (attore, direttore, autore) e a Lione ha
inoltre scoperto la Commedia dell’Arte, a cui si ispira per le
sue farse, apprezzate in particolar modo dal re Luigi XIV.
Tra le opere di maggiore successo, oltre L’Avaro (1668),
ricordiamo La scuola delle mogli (1622), Il Tartuffo o l’impostore (1664), Don Giovanni (1665), Il misantropo (1666)
e Il malato immaginario (1673).
la prima volta il 9 settembre 1886 al Palais-Royal con Molière nel ruolo di Harpagon e Armande Béjart in quello di
Mariane, che si ispira all’Aulularia di Plauto. All’inizio non
ebbe molto successo, forse per l’insolito uso della prosa in
una commedia lunga o per il trionfo pressoché insuperabile dell’opera di Moliére Il Tartuffo. In tutta la commedia
l’ilarità è quasi amara, perché l’avarizia vince su tutti i sentimenti: sull’amore filiale, sull’amore paterno e sull’amore
romantico. Divertenti sono i dialoghi in cui l’essere avaro
è presentato come il sintomo di una malattia. Nonostante
l’evoluzione dell’intrigo della pièce, il vizio non viene mai
corretto e l’avarizia trionfa fino all’ultima pagina.
Molière, pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin, nasce a
Parigi nel gennaio del 1622 e cresce in un ambiente di ricchi
commercianti e artigiani. Studia presso il gesuita Collège
de Clermont e si laurea in diritto, ma comincia ben presto
a frequentare gli ambienti teatrali e l’attrice ventiduenne
Madeleine Béjart. Insieme alla donna, Joseph e Geneviève
Béjart fonda la “Compagnie de l’Illustre Théâtre” che però,
ricoperta di debiti, porta l’uomo in prigione e viene sciolta nel 1645. Molière si unisce poi, insieme ai Béjart, alla
compagnia teatrale itinerante dei “Comédiens du seigneur
duc d’Épernon” di Charles Dufresne e nel 1646 lascia Parigi
viaggiando per tredici anni. Al suo ritorno è un uomo di
teatro a tutto tondo (attore, direttore, autore) e a Lione ha
inoltre scoperto la Commedia dell’Arte, a cui si ispira per le
sue farse, apprezzate in particolar modo dal re Luigi XIV.
Tra le opere di maggiore successo, oltre L’Avaro (1668),
ricordiamo La scuola delle mogli (1622), Il Tartuffo o l’impostore (1664), Don Giovanni (1665), Il misantropo (1666)
e Il malato immaginario (1673).