La fogheraccia è la pira propiziatoria accesa in Romagna nella notte di San Giuseppe come congedo all’inverno appena trascorso e rito di buon auspicio per la primavera incipiente. È stata immortalata da Federico Fellini in una delle prime scene del suo Amarcord, e i bagliori delle sue fiamme rischiarano anche il buio in cui brancolano l’ispettore Eva Bauer e i suoi colleghi del commissariato. Dopo Gli amici di una vita, primo volume della trilogia, Eva si trova alle prese con un caso fitto di inattesi riferimenti all’opera felliniana. La vicenda ha inizio quando Diana Verdi, insegnante di liceo assai popolare presso i suoi studenti, viene ritrovata senza vita. Qualcuno che conosce bene la dinamica della sua fine, infatti, mette sull’avviso gli inquirenti sul fatto che la vita della donna, all’apparenza impeccabile e senza segreti, presenta diversi aspetti oscuri. In una livida Rimini di fine inverno Eva Bauer si addentrerà in un labirinto di indizi e depistaggi che la porterà a scoprire una verità sconvolgente.

Enrico Brizzi (Bologna, 20 novembre 1974) si è imposto sulla scena della narrativa italiana nel 1994,
appena ventenne, con il romanzo d’esordio Jack Frusciante è uscito dal gruppo; un successo senza precedenti ha portato il volume a diventare il libro di culto
di un’intera generazione, a vendere oltre due milioni
di copie e ad essere tradotto in ventiquattro lingue
diverse. Con Theoria ha già pubblicato Contento te
contenti tutti e Gli amici di una vita il primo volume
della trilogia dedicata all’ispettore Eva Bauer.