1984
- Titolo: 1984
- Codice EAN 13: 9788818035445
- Autore: Orwell George
- Editore: Rusconi editore
- Collana: Grande biblioteca rusconi
- N° Pagine: 336
- Dimensioni (cm): 13,30 x 19,70
- Peso (kg): 0,35
- Rilegatura: Brossura con alette
- Argomento: Narrativa straniera
- Cedola: 02/2020
Contenuto
1984 viene ispirato da ciò che le due guerre, l’olocausto e
le bombe atomiche hanno evocato, e rappresenta ciò che
Orwell teme di più: il totalitarismo, la falsificazione, l’annullamento dell’identità individuale e la perdita della memoria storica, viziata e corrotta dai mezzi d’informazione.
È ambientato in un futuro immaginario in cui il Socing è
l’ideologia dominante. Essa è incarnata nel Grande Fratello,
una figura quasi mitica che nessuno ha mai visto, ma che
dalle descrizioni di Orwell presenta delle somiglianze con
Stalin. Volontà e scopo del Grande Fratello, e del Partito Interno che opera sotto di lui, è di sopprimere ogni capacità
di pensare e manipolare la coscienza in modo tale da disorientare e re-indirizzare i cittadini a uso e consumo del sistema. In questo mondo del futuro, profetizzato da Orwell,
l’individuo è morto, annichilito. L’essere umano non esiste
più, se non in Winston, il protagonista, forse l’ultimo della
specie, che il Partito vede come una pedina da eliminare.
In un mondo in cui l’individuo non esiste più, in cui nessuno è più certo dell’autenticità dei propri pensieri, è davvero
ancora possibile distinguere la menzogna dalla verità?
George Orwell non voleva che, dopo la sua morte, la sua
vita venisse ricordata in una biografia e tale desiderio potrebbe apparire in totale contrasto con il fatto che la sua
produzione letteraria si presenta, soprattutto all’inizio,
come un resoconto fedele di fatti ed esperienze inequivocabilmente autobiografici. Si percepisce, quindi, un desiderio di esporsi in netta contraddizione rispetto alla sua
volontà di non rivelarsi, testimoniata anche dal fatto che
per firmare le sue opere l’autore adottò uno pseudonimo.
In età più matura lo scrittore mostra al mondo la sua
visione profonda dell’epoca in cui stava vivendo; il suo
coraggio e la sua onestà intellettuale hanno intensificato
la percezione del carattere di denuncia che si respira dai
suoi scritti e proprio per questo incontra serie difficoltà a
essere pubblicato. Guadagnatasi quindi la fama di autore
scomodo, Orwell viene ricordato per i suoi saggi e soprattutto per 1984, ma vanno anche menzionati: La fattoria
degli animali, Fiorirà l’aspidistra e La figlia del reverendo.
le bombe atomiche hanno evocato, e rappresenta ciò che
Orwell teme di più: il totalitarismo, la falsificazione, l’annullamento dell’identità individuale e la perdita della memoria storica, viziata e corrotta dai mezzi d’informazione.
È ambientato in un futuro immaginario in cui il Socing è
l’ideologia dominante. Essa è incarnata nel Grande Fratello,
una figura quasi mitica che nessuno ha mai visto, ma che
dalle descrizioni di Orwell presenta delle somiglianze con
Stalin. Volontà e scopo del Grande Fratello, e del Partito Interno che opera sotto di lui, è di sopprimere ogni capacità
di pensare e manipolare la coscienza in modo tale da disorientare e re-indirizzare i cittadini a uso e consumo del sistema. In questo mondo del futuro, profetizzato da Orwell,
l’individuo è morto, annichilito. L’essere umano non esiste
più, se non in Winston, il protagonista, forse l’ultimo della
specie, che il Partito vede come una pedina da eliminare.
In un mondo in cui l’individuo non esiste più, in cui nessuno è più certo dell’autenticità dei propri pensieri, è davvero
ancora possibile distinguere la menzogna dalla verità?
George Orwell non voleva che, dopo la sua morte, la sua
vita venisse ricordata in una biografia e tale desiderio potrebbe apparire in totale contrasto con il fatto che la sua
produzione letteraria si presenta, soprattutto all’inizio,
come un resoconto fedele di fatti ed esperienze inequivocabilmente autobiografici. Si percepisce, quindi, un desiderio di esporsi in netta contraddizione rispetto alla sua
volontà di non rivelarsi, testimoniata anche dal fatto che
per firmare le sue opere l’autore adottò uno pseudonimo.
In età più matura lo scrittore mostra al mondo la sua
visione profonda dell’epoca in cui stava vivendo; il suo
coraggio e la sua onestà intellettuale hanno intensificato
la percezione del carattere di denuncia che si respira dai
suoi scritti e proprio per questo incontra serie difficoltà a
essere pubblicato. Guadagnatasi quindi la fama di autore
scomodo, Orwell viene ricordato per i suoi saggi e soprattutto per 1984, ma vanno anche menzionati: La fattoria
degli animali, Fiorirà l’aspidistra e La figlia del reverendo.