CRIMINE DEL SECOLO,IL N.207
CRIMINE DEL SECOLO,IL    N.207

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  • Titolo: CRIMINE DEL SECOLO,IL N.207
  • Codice EAN 13: 9788881545186
  • Autore: Abbot
  • Editore: Polillo editore
  • Collana: I bassotti
  • N° Pagine: 192
  • Dimensioni (cm): 13,50 x 18,50
  • Peso (kg): 0,22
  • Rilegatura: Brossura con alette
  • Argomento: Gialli
  • Cedola: 06/2020


Contenuto
A New York, nell’East River, in un afoso inizio d’estate viene trovata una barca alla deriva con dentro due cadaveri: una donna, che è stata uccisa con un colpo di pistola al cuore ed è stata poi quasi decapitata; e un uomo dall’aspetto mite, con un foro di pallottola in fronte. Dagli abiti che indossa, è chiaro che non si tratta di un uomo qualunque, ma del parroco di una chiesa episcopale. Che ci faceva il parroco in compagnia di quella che si rivelerà essere una ballerina? La domanda è lecita, perché nella barca nuova di zecca c’è anche un foglio di carta appallottolato: è una lettera d’amore, chiaramente inviata da un uomo a una donna. Forse una corrispondenza tra le due persone che giacciono morte? E - sorpresa - nella barca si trova anche un gatto, con le zampette sporche di sangue. Che fosse presente quando è stato commesso il duplice omicidio? Possibile, ma come mai nella barca non c’è traccia di sangue?

Anthony Abbot (1893-1952), pseudonimo di Charles Fulton
Oursler, nacque a Baltimora, nel Maryland. Sotto lo pseudonimo di Anthony Abbot pubblicò otto gialli che risentono
dell’influenza di S. S. Van Dine e del primo Ellery Queen.
Nel romanzo d’esordio, About the Murder of Geraldine Foster (Sette piccioni sporchi di sangue - I Bassotti n. 146)
introdusse il personaggio ricorrente di Thatcher Colt, che
ritorna anche in questo Il crimine del secolo e che rappresenta anche la sua opera più riuscita, secondo alcuni critici.
Nel 1949, quando ormai le sue storie poliziesche erano solo
un ricordo, conquistò vasta fama con The Greatest Story
Ever Told, il racconto della vita di Cristo, un bestseller da
oltre due milioni di copie da cui nel 1965 venne tratto un
kolossal cinematografico. Viaggiatore instancabile e uomo
dai molteplici talenti, Oursler fu anche responsabile editoriale del Reader’s Digest. La sua autobiografia, Behold This
Dreamer, uscì postuma nel 1964.